Column N.24 – Dauþuz & Dispirit (2018)

 

Si torna a scandagliare i più putridi anfratti sotterranei di BandCamp e lo si fa in tutta piacevolezza questa settimana con i tedeschi Dauþuz, tra i più apprezzati protagonisti di queste pagine nel 2017, che in soli due anni dal debutto “In Finstrer Teufe” del 2016 sembrano già essere diventati una piccola grande garanzia per personalità e suono distintivo, al netto di una proposta che -anagraficamente- risulta essere ancora sorprendentemente giovane. Il duo tornerà infatti a fare il suo gran casino dal sottosuolo a fine agosto, sempre per Naturmacht, ma questa volta con un EP (dalla lunga durata, superiore alla mezz’ora) intitolato “Des Zwerges Fluch” e contenente un’altra storia concettuale. Non abbandoneremo le miniere che hanno fatto il successo dei primi due dischi, apparentemente pronto ad essere confermato anche in uscita di natura minore, ma a dispetto della prospettiva verisimilmente storica ed alto-medievale -sfruttata fino ad ora- le guarderemo da quella prettamente fantastica e popolare.
“Des Zwerges Fluch” conterrà sei brani inediti (uno dei quali ascoltabile da qualche giorno in anteprima) incentrati sulla raccolta di fiabe, leggende e storie che vedono protagonisti degli arrabbiatissimi nani a strenua protezione delle profondità montane e dei loro preziosi tesori saccheggiati dall’uomo, pronti a scagliare su di essi oscure magie per impedirlo. Riusciranno i Dauþuz ad aggirarle ed uscirne vincitori questa volta? Se siete scettici non c’è bisogno di accompagnarli con piccone per scoprirlo; iniziate a ravvedervi e a farvi un’idea con i sette minuti di “Buße”.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Steinhammer”
2. “Berggeschrey”
3. “Unwerk (Des Zwerges Fluch, Part I)”
4. “Buße (Des Zwerges Fluch, Part II)”
5. “Mors Voluntaria (Des Zwerges Fluch, Part III)”

6. “Als Mein Geleucht Für Immer Erlosch”
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Molto meno piacevole per il vostro sonno sarà invece la scoperta degli americani Dispirit. Se li conoscete già, saprete senz’altro che rischi state per correre; se invece il (dis)piacere non è ancora stato fatto, il secondo pezzo della colonna di oggi cercherà di farlo piombare in tavola. E di disturbarvi un paio di dormite. Se il nome Weakling vi dice qualcosa, e dovrebbe, potreste infatti essere interessati a sapere che dalle ceneri delll’influente band che nel 2000 diede alle stampe il gioiello “Dead As Dreams”, da ormai otto anni, la mente John Gossard continua a tormentarsi sulle ali (rigorosamente spezzate) di un Black decisamente più cacofonico, difficile, lo-fi ed opprimente, le cui tempistiche dipingono mai di rado paesaggi tipicamente devoti al Doom.
Dal primo demo del 2010 lo sconforto in musica era sempre stato assicurato allo sventurato colto ad approcciarsi alle loro cassettine autoprodotte, ed è confermato anche con la quarta uscita del gruppo (sempre rigorosamente demo ed incisa su nastro) che da questa settimana è rilasciata ed ascoltabile nella sua interezza: due mastodontici (ma non monolitici) brani dalla lunghezza di oltre venti minuti l’uno che compongono “Enantiodromian Birth”.
Se mai ci sarà dato ascoltare un vero e proprio full-length ufficiale da parte dei Dispirit continua ad essere questionabile e misterioso, ma -nel frattempo- sicuramente non solo i fan dei Weakling troveranno diversi spunti d’interesse nello sviluppo disarmonico di una composizione come “Besotted By Feral Whims”.

Lo trovate su BandCamp.

Tracklist:
1. “Besotted By Feral Whims”
2. “Golden Scar”
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Matteo “Theo” Damiani

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